Rose anticlericali
Quale era l'unico spazio politico rimasto libero nell'Unione? L'anticlericalismo. Per i radicali che si presentano con la rosa nel pugno ai tavoli programmatici di Prodi (e compagni) l'unica possibilità di promuovere istanze radicali (con un certo seguito all'interno della coalizione, sponda massimalista: PRC, PDCI, Verdi) riguarda la bandiera della laicità dello Stato e dei rapporti fra Stato e Chiesa. In una coalizione in cui tutti i leader si preoccupano affannosamente di dichiarare la propria vicinanza alle questioni religiose (c'è chi è credente e chi non si può dichiarare ateo) e di non apparire ostili verso la Chiesa e la religione cattolica, una discreta fetta di elettorato vuole però sentire i propri politici mettere in discussione l'otto per mille e il Concordato. E dunque, a taluni segretari il compito di presentarsi nel migliore dei modi nei confronti delle gerarchie vaticane e degli elettori di fede cattolica, alla rosa nel pugno il compito di non scontentare l'elettorato laico ed anticlericale. Altre rivendicazioni radicali nell'Unione (e nei suoi elettori) difficilmente troveranno cittadinanza. Penso, ad esempio, alle politiche economiche liberiste e alla politica estera marcatamente filo-statunitense. Su queste cose nessuno avrà orecchie per ascoltare le proposte radicali. E infatti, l'intenzione di Capezzone e Boselli è e sarà quella di presentarsi come paladini della laicità (o del laicismo, sempre che ci si voglia mettere d'accordo una volta per tutte sul significato di questi termini), di mettere in discussione il Concordato, di occuparsi di aborto, eutanasia e ru486. Su questi aspetti si potranno creare convergenze, smussando gli spigoli e gli estremismi radicali. Su questi aspetti c'è un elettorato di sinistra che ci sente benissimo. E allora, prepariamoci alle polemiche al vetriolo delle rose anticlericali verso Ruini e soci, quello è e sarà il loro ruolo nell'Unione.