lunedì, novembre 21, 2005

Rose anticlericali

Quale era l'unico spazio politico rimasto libero nell'Unione? L'anticlericalismo. Per i radicali che si presentano con la rosa nel pugno ai tavoli programmatici di Prodi (e compagni) l'unica possibilità di promuovere istanze radicali (con un certo seguito all'interno della coalizione, sponda massimalista: PRC, PDCI, Verdi) riguarda la bandiera della laicità dello Stato e dei rapporti fra Stato e Chiesa. In una coalizione in cui tutti i leader si preoccupano affannosamente di dichiarare la propria vicinanza alle questioni religiose (c'è chi è credente e chi non si può dichiarare ateo) e di non apparire ostili verso la Chiesa e la religione cattolica, una discreta fetta di elettorato vuole però sentire i propri politici mettere in discussione l'otto per mille e il Concordato. E dunque, a taluni segretari il compito di presentarsi nel migliore dei modi nei confronti delle gerarchie vaticane e degli elettori di fede cattolica, alla rosa nel pugno il compito di non scontentare l'elettorato laico ed anticlericale. Altre rivendicazioni radicali nell'Unione (e nei suoi elettori) difficilmente troveranno cittadinanza. Penso, ad esempio, alle politiche economiche liberiste e alla politica estera marcatamente filo-statunitense. Su queste cose nessuno avrà orecchie per ascoltare le proposte radicali. E infatti, l'intenzione di Capezzone e Boselli è e sarà quella di presentarsi come paladini della laicità (o del laicismo, sempre che ci si voglia mettere d'accordo una volta per tutte sul significato di questi termini), di mettere in discussione il Concordato, di occuparsi di aborto, eutanasia e ru486. Su questi aspetti si potranno creare convergenze, smussando gli spigoli e gli estremismi radicali. Su questi aspetti c'è un elettorato di sinistra che ci sente benissimo. E allora, prepariamoci alle polemiche al vetriolo delle rose anticlericali verso Ruini e soci, quello è e sarà il loro ruolo nell'Unione.

venerdì, novembre 18, 2005

APPELLO AI SALMONI NORDICI!

Cercansi iscritti ai Riformatori Liberali per costituire un Club su base territoriale! Se abitate nelle province di Reggio Emilia, Mantova, Parma, Modena (e magari anche Bologna) e avete aderito ai "salmoni", contattatemi e fonderemo il nostro Club!

lunedì, novembre 07, 2005

I pauperisti

Restare sempre un passo indietro e lamentarsi delle conseguenze. Anche il caso dell'Alta Velocità è emblematico. Il rifiuto di stare al passo coi tempi e di competere con le sfide della modernità porta con sè problemi ai quali qualcuno dovrà poi rispondere. E allora se non vogliamo creare le condizioni affinchè vengano migliorate le condizioni di vita non possiamo poi lamentarcene. Rimanere al palo, conservare l'esistente, non capire che le situazioni mutano e bisogna adeguarsi, tutto questo rischia di farci sprofondare nel pauperismo inconsapevole. Non capire che la modernizzazione è foriera di vantaggi è da stupidi. Continuare ad avversare la globalizzazione, a difendere interessi corporativi, a demonizzare lo spettro delle politiche "neo-liberiste" ci porterà ad impoverirci, tutti quanti. Marx aveva promesso il paradiso terrestre, un mondo in cui ciascuno avrebbe organizzato la propria giornata in base alle sue inclinazioni. Ma, purtroppo, Marx si è dimenticato di dirci come ottenere tutto questo. E così oggi, tutti vogliono lavorare poco e svolgere una attività che risponda in pieno ai propri interessi, avere diritti e tutele, tempo libero e una vita confortevole. Ma come ottenere tutto questo? Attendiamo ancora qualcuno che ce lo dica. E se questo fosse realmente il migliore dei mondi possibili? E se da un legno storto non potesse che scaturire un mondo come il nostro?

Ma non erano quelli del "senza se e senza ma"?

Per quanto riguarda il no alla guerra hanno le idee chiare, su tutto il resto ci tengono a distinguersi con sofismi alquanto improbabili. E allora: sì, Sharon ha fatto bene a smantellare le colonie di Gaza però ricordiamoci che Sharon è quello di Sabra e Chatila, e il problema non è Gaza ma la Cisgiordania, Sharon deve sgomberare la Cisgiordania; sì, le parole di Ahmadinejad sono da censurare però è sbagliato manifestare solamente per il diritto di Israele ad esistere, occorre ricordare che il problema è la non esistenza dello stato palestinese; sì, milioni di iracheni sono andati alle urne, però non dimentichiamoci che quello è un paese occupato da truppe militari straniere e gli americani pilotano a loro piacimento le elezioni. Gli esempi sarebbero ancora tanti, mai una volta che riescano ad essere chiari e netti nel riconoscere che, a volte, i fatti sono evidenti e non necessitano di "però". Anche Bush e Sharon possono combinare qualcosa di buono e quando ciò accade sarebbe un bel gesto riconoscerlo, "senza se e senza ma".