Così proprio non va!
Prima la scelta di creare un nuovo soggetto politico con lo Sdi di Boselli, poi la collocazione all'interno del centrosinistra, quindi le coordinate culturali della rosa nel pugno (blair, fortuna, zapatero... e new deal roosveltiano!), infine l'arroccamento a difesa dei pacs e della scuola pubblica (e, notizia dell'ultima ora, la nuova crociata pannelliana contro la natalità). Insomma, ci sono tutte le condizioni per dissociarsi dalla linea intrapresa dai radicali. Da movimento "liberale, liberista e libertario" (così amavano definirsi) stanno mutando sempre più verso posizioni stataliste e illiberali. Non più dunque l'individuo al primo posto ma lo Stato e la pianificazione. Ovviamente più aumenta il potere dello Stato e meno libertà rimane all'individuo. Sui pacs sarei molto felice se due persone potessero stipulare un contratto a loro piacimento dove stabilire le condizioni della loro unione. Lo Stato dovrebbe solamente rispettare e tutelare il contratto stipulato, senza limitare la portata dell'accordo fra i due individui. La scuola pubblica italiana di certo non brilla per efficenza, difficilmente ci sarà qualche genitore pronto a difenderla nel caso in cui si volesse creare concorrenza con istituti scolastici privati. La qualità dell'insegnamento è bassa e il monopolio dell'educazione non fa altro che propagandare una religione laica di Stato. Per migliorare il servizio occorrerebbe affiancare a scuole pubbliche scuole private, utilizando lo strumento del buono scuola per permettere a tutti la scelta dell'istituto presso il quale istruirsi. Questo gioverebbe alla qualità dell'insegnamento e aumenterebbe la libertà di scelta dei genitori. Sui "padri" del nuovo soggetto politico non occorre soffermarsi più di tanto. Pannella, in più occasioni, ha citato il new deal e lo stato sociale creato in Inghilterra da Lord Beveridge. Su Keynes e il new deal basterebbe leggere qualche testo di Milton Friedman (o la biografia su Friedman scritta da Antonio Martino), oppure qualche pagina di Hayek. Perchè o si sta con Keynes o con Friedman e Hayek. Perchè il primo incentivava l'intervento dello Stato, gli altri due premi Nobel, invece, consigliavano allo Stato di farsi piccolo piccolo. Anche su Beveridge basterebbe leggere il giudizio che ne dava Hayek nella sua autobiografia, qualcosa del tipo "Beveridge non capiva niente di economia". Dunque, invece che ridurre il peso dello Stato la rosa nel pugno vorrebbe mantenere centrale il ruolo dello Stato. A questo punto verrebbe da pensare che il solo fine di questa scelta dovrebbe essere quello di togliere importanza e influenza alla Chiesa (a favore dello Stato). La paura è quella che i ragazzi possano essere educati in scuole cattoliche, come se insegnassero una visione del mondo e della storia da cui tenersi assolutamente alla larga. Ma, all'obbligo di mandare i propri figli nelle scuole pubbliche, io preferirei che la scelta di dove mandare il proprio figlio spettasse ai genitori. Insomma, cari radicali, noi vorremmo solamente essere "liberi di scegliere", tutto qui.