Non formule vane ma sostanza viva
Visto il trattamento un po’ deludente della stampa italiana, sono andato a vedermi e a sentirmi la conferenza stampa integrale di Della Vedova e Berlusconi. Il Cavaliere, dopo gli accordi interni alla Cdl in materia di legge elettorale, ha gestito l’incontro con i giornalisti da grande affabulatore. Della Vedova, presentando il movimento dei Riformatori Liberali, è stato molto puntuale e ha toccato con semplicità le questioni che stanno al centro delle loro convinzioni. Il grande passo dunque è stato fatto: Della Vedova è riuscito a portare una parte dei Radicali all’interno di una coalizione di partiti politici. Ora è sperabile che anche Pannella riesca a traghettare la ben più nutrita pattuglia dei Radicali che cercano di trovare spazio all’interno dell’Unione. Qualora riuscisse a centrare l’obiettivo si verificherebbe una situazione che, solamente qualche mese fa, sembrava insperabile e impossibile da realizzarsi: la possibilità di fare politica per i Radicali in entrambi gli schieramenti. Dopo la fallimentare gestione dell’otto e passa percento ottenuto dalla Lista Bonino nelle europee del 1999, era doveroso cambiare strategia: rimanere fuori dai Poli sarebbe equivalso ad un suicidio politico. Certo, ora che in parlamento si appresta ad arrivare una riforma della legge elettorale in senso proporzionale, le considerazioni in merito andrebbero aggiornate. Ma, la scelta di campo effettuata dai Riformatori Liberali, è oramai fuori discussione. Occorre, da qui in avanti, capire come preparasi in vista delle elezioni politiche del 2006. In caso di partecipazione con una lista propria ci sarebbe l’ostacolo dello sbarramento al 2 o 3%. Comunque la strada da fare è tanta e il tempo che ci separa dalla prossima tornata elettorale permette serie e tranquille riflessioni. Sicuramente è auspicabile una maggiore visibilità per Della Vedova, Taradsh, Calderisi e Palma; visibilità garantita dalla stampa e, soprattutto, dalle televisioni. La possibilità di dare voce alle proprie idee e raggiungere il maggior numero di persone rimane il problema principale. Sulla qualità delle idee e sulla qualità delle persone, invece, non ci sono dubbi. La grande rivoluzione liberale che i cittadini italiani si attendevano dopo avere votato per la Cdl nel 1994 e nel 2001 deve ancora essere realizzata. L’Italia di oggi ha bisogno di riforme strutturali per rilanciare la propria economia. Giustamente si porta come esempio la politica “radicale” di Margaret Thatcher che, dal 1979 al 1990, ha letteralmente cambiato l’Inghilterra, con i risultati che tutti noi oggi possiamo vedere. Facce nuove (“facce da bravi ragazzi”, come ha detto il Cav.), credibili e serie non potranno fare altro che bene per una coalizione che si dice liberale ma che nei fatti ancora non lo ha dimostrato.
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