giovedì, settembre 22, 2005

Ruini e le intercettazioni telefoniche

Ruini e la conferenza episcopale italiana, Fazio e la sua relazione annuale... ma quanti governi paralleli ha l'Italia? Un tempo c'erano Gladio e la P2, strutture militari e società segrete, tutte operanti (chi più e chi meno) nell'ombra e nell'anonimato. Oggi invece succede tutto alla luce del sole. Ovvio, il paragone è tremendamente forzato ma, il capo dei vescovi e l'ormai delegittimato governatore della Banca d'Italia, si pongono e si sono posti l'obiettivo di parlare da "semplice" primo ministro. Per non sembrare illiberale anche io premetto quelle magiche frasi che tutti ci tengono a scandire: "ognuno può dire quello che vuole", "Ruini ha il diritto di esprimere le proprie opinioni". Certo, la libertà di parola viene prima di tutto. Ma, visto che ognuno ricopre ruoli e funzioni specifiche avrà l'obbligo di occuparsi degli argomenti e delle questioni di sua attinenza. Per quanto riguarda Fazio, credo che le parole utilizzate da Sergio Romano, nei suoi articoli sul Corriere della sera e Panorama, abbiano liquidato la faccenda. La relazione annuale del governatore era uno sconfinamento incredibile verso temi che non erano di sua competenza. Chi invece rimane ben saldo al suo posto è Camillo Ruini. Che dire? Personalmente ritengo necessario il ruolo di guida spirituale della Chiesa, il suo richiamo ai valori e la sua attenzione verso le "anime". D'altronde Ruini è, per definizione, un pastore d'anime. Quindi le indicazioni date su alcuni valori intoccabili per la Chiesa, come per tanti credenti, sono auspicabili. Dare una rotta, guidare i fedeli... e tutelare il ruolo della Famiglia sono cose che la Chiesa deve fare. Ma quale è il limite? Fin dove si può spingere? E' legittimo che la CEI si occupi esplicitamente, ad esempio, delle intecettazioni telefoniche? Non sarebbe meglio che si astenesse dall'entrare in questioni così specifiche? Magari un richiamo più velato e generico sarebbe più indicato. Che la Chiesa dica: attenzione, l'uomo è un fine, non un mezzo; dobbiamo tutelare la vita umana; la vita ha inizio dal concepimento; la famiglia è il perno della società; occore salvaguardare la famiglia. Insomma, banalizzando molto (come ho fatto), ritengo stridere le parole di Ruini: se è opportuno che si occupi dei grandi temi che riguardano l'uomo contemporaneo, come il rapporto fra Uomo e Tecnica, è, invece, opporuno che si esprima su argomenti così specifici? Non sarebbe meglio dare "linee guida" che ognuno possa adattare alla propria esperienza quotidiana? Abbassarsi e scendere nella bagarre politica, dare indicazioni di voto, auspicare leggi, dichiarare la costituzionalità o l'incostituzionalità di una legge... tutto ciò credo che faccia scadere l'immagine della CEI e della Chiesa.