lunedì, giugno 20, 2005

Apologeticum

Confesso: la riunione del "che fare" (con o senza punto esclamativo?) è scivolata via senza che riuscissi a sintonizzarmi su Radio Radicale per più di cinque minuti. Ho deciso che sarebbe ora di porre termine alla mia carriera universitaria e l'approdo ultimo consisterebbe nel superamento dell'esame di latino e della seguente tesi di laurea. Pertanto sono giorni di studio, matto e disperatissmo. Come il nostro tragico Alfieri ho pensato di legarmi alla scrivania per potermi dedicare ad un tour de force di latinorum (del quale farei volentieri a meno). Da mercoledì il blog non è più stato aggiornato ed oggi mi concedo una toccata e fuga per dire la mia piccola e umile opinione a proposito dell'affaire radicale. Da iscritto e da militante parlo da credente nella causa lberal-libertaria. Ovviamente non conosco i toni intransigenti di un Tertulliano qualsiasi ma sposo i modi e i contenuti dell'unico radicale (o uno dei pochi) che movimenta positivamente il partito (o non-partito, perchè di partito in senso classico non si tratta). I cittadini di TocqueVille apprezzano il vicino di casa Benedetto della Vedova, e io mi associo senza esitare. Da tempo credo porti argomenti molto interessanti, che regolarmente vengono messi in un angolo (buio e ben nascosto). E mi chiedo come mai. Una constatazione stupida: la traettoria del movimento radicale è discendente. Ultimamente molte iniziative non hanno portato esiti positivi ergo perchè non cambiare? Perchè non cercare un consenso maggiore? Perchè non mandare a sedere in Parlamento qualche radicale? Perchè non allearsi con uno schieramento? Perchè non abbandonare alcuni estremismi giacobini? Perchè non dare più visibilità a Benedetto della Vedova?

2 Comments:

Blogger JimMomo said...

Insomma, sei un militante, segui le vicende dei radicali, giusto?

Ricordi qualche mese fa, l'iniziativa dell'ospitalità? Non è che ai radicali piaccia la solitudine è che nun ce li vonno. Non sono loro che non si decidono, ci sono veti incrociati nei loro confronti.

Perché non Della Vedova: piace a molti, anche a me. Tuttavia le sue sono "posizioni" e non iniziative, lotte. Questo nell'ambiente radicale conta parecchio, perché i radicali non cercano posizionamenti, ma obiettivi.

Se solo Benedetto riuscisse a costruire una battaglia insieme al centrodestra, allora sì!

L'entrismo dei radicali nelle due coalizioni cosa ha prodotto? Taradash, Vito, Giachetti, Teodori: quali obiettivi radicali hanno raggiunto? Serve aggiungere un Della Vedova alla lista?
E' questo il punto, senza nulla togliere alla bravura di Benedetto.

5:45 PM  
Blogger I FEDERALISTI (Marco S. e Filippo C.) said...

Caro Federico, il mio è un punto di vista esterno e l'Emilia rossa è un osservatorio non molto qualificato. Comunque credo che:
Le "posizioni" di Della Vedova siano condivisibili e compatibili con la collocazione dei radicali in un ipotetico centrodestra (dipende da come ti proponi). Le "lotte" possono essere combattute dall'esterno (ad esempio con i referendum... cha da 10 anni non raggiungono il quorum) oppure dall'interno (in Parlamento)... e di idee da portare avanti ne ha parecchie. Poi, purtroppo, manco di profondità storica e sui casi di "entrismo dei radicali nelle due coalizioni" non posso dire nulla. Filippo

9:43 AM  

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