Prepariamoci al modello emiliano su scala nazionale
Con la vittoria del centrosinistra alle regionali (e più di vittoria si potrebbe parlare di batosta) e con la perdita progressiva di consensi di Forza Italia (alle poltiche del 2001 aveva il 29% dei voti, ora è scesa al 19%), mentre gli altri partiti della CDL hanno confermato i proprio voti, decretiamo l'agonia del vento liberale che avrebbe potuto cambiare l'Italia e che invece è diventato una leggera brezza a tratti impercettibile. Mises diceva che un partito liberale non serviva perchè il liberalismo doveva essere presente in ogni singolo partito, quindi risultava superflua l'esistenza di un partito liberale, quando tutti si sarebbero detti liberali. In Italia sappiamo com'è andata. Se diamo un'occhiata al nostro secondo dopoguerra, vediamo che è esistito un Partito Liberale Italiano (oggi ricostituitosi) che ha avuto scarsi consensi, sì, è stato partito di governo ma con un incidenza minima, schiacciato da quella macchina di consenso elettorale chiamata Democrazia Cristiana. Siamo stati governati per quasi 50 anni da una forza come la DC (che liberale proprio non era) e l'alternativa era presentata dal Partito Comunista Italiano. Con l'entrata in politica di Silvio Berlusconi sembrava che le cose potessero cambiare. Dopo una prima apparizione assai breve nel 1994, nel 2001 Forza Italia e la CDL hanno riportato una vittoria importante in termini numerici. Con il partito di Berlusconi a far da guida all'intera coalizione, in virtù del suo quasi 30%. Poteva essere arrivata finalmente la grande occasione per cambiare il paese, ma il Cavaliere prima si è preoccupato dei fatti propri (con qualche leggina ad personam di troppo) e poi è rimasto vittima delle continue verifiche di governo (dovute alla perdita di consensi di FI nelle diverse tornate elettorali), permettendo ad UDC e AN di fare la voce grossa. Ora prepariamoci a farci governare dal 2006 da Prodi e dal modello emiliano. Mentre il sogno di una Italia liberale si allontana sempre di più.
1 Comments:
Bravo Filo, bel commento! uno dei tuoi pezzi più riusciti!
M.
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