sabato, aprile 02, 2005

Il modello emiliano

Domani pomeriggio ci sarà l'incontro con Edmondo Berselli (autore del libro "Quel gran pezzo dell'Emilia") e, visto che sarò io a condurlo, era d'obbligo la lettura del suo libro. Libro che si legge molto piacevolmente grazie ad una scrittura molto gustosa. Libro che tratta dell'Emilia a 360°, spaziando dalla politica ai motori, dalla cucina al calcio, dalla musica a tanto altro ancora. Ma cos'è questo modello emiliano? Berselli dice che per capirne la vera essenza occorre andare al periodo in cui, nell'immediato dopoguerra, i comunisti ammazzavano, nel famoso "triangolo della morte", tutti i fascisti o i presunti tali. In quella situazione provvidenziale fu l'arrivo a Reggio Emilia di Togliatti. Il quale capì che l'Emilia poteva essere la vetrina del socialismo che produce benessere. Sistemata l'instabilità, il Migliore creò le condizioni per quel compromesso fra mondo comunista e mondo borghese che avrebbe portato prosperità nella regione. E la rivoluzione? La rivoluzione poteva aspettare... a tal punto che la famosa ora X per la mobilitazione rivoluzionaria non sarebbe mai arrivata. Negli anni dunque si venne a creare quell'impasto di potere egemonico della sinistra comunista e post-comunista, di efficienza amministrativa sopra la media, di imprenditori con il senso degli affari e di numerose cooperative... questo è il modello emiliano.