mercoledì, aprile 06, 2005

CDL: dopo la sconfitta

CDL: dopo la sconfitta.
Che fare? Chi cacciare? Come cambiare?

La sconfitta riportata, con proporzioni assai ampie, dalla CDL è inequivocabile. Calcolando il totale dei voti dei due Poli si ottiene questo risultato: Unione 53%, CDL 44,1% (secondo Repubblica.it), Unione 52,1%, CDL 45,9% (secondo il Corriere della Sera) . Alcune considerazioni sui dati sono necessarie. Alle politiche del 2001 si recarono alle urne l'82,7% degli aventi diritto, in queste regionali invece il 74,6%. Ci potrebbe essere quindi un 8% circa di italiani da portare dalla propria parte. Questo 8% però va convinto e portato alle urne. In più, in queste elezioni, si sono presentati fuori dai Poli due schieramenti più facilmente riconducibili alla CDL: Alternativa Sociale di Alessandra Mussolini e la nuova DC di Rotondi. Questi due movimenti non hanno ottenuto un riscontro esaltante ma in un sistema maggioritario anche il loro 2% potrebbe essere utile. Un altro movimento di grande spessore politico sono i Radicali, anche loro potrebbero portare voti importanti. I numeri dunque dicono che la partita delle politiche del 2006 è tutta da giocare. Se si analizzano i voti presi dai singoli partiti della CDL si nota come Forza Italia sia il partito più penalizzato da questa tornata elettorale: nelle politiche del 2001 ottenne il 29,1%, nelle europee del 2004 il 21% e in queste regionali solo il 18,9%. Gli altri partiti hanno confermato all'incirca i loro dati. Rispetto al 2001 a Forza Italia manca circa il 10% dei voti. Come fare per tornare a quei livelli? Come conquistare nuovamente il proprio elettorato? Forza Italia si era presentata come compagine liberale, riformatrice e modernizzatrice. In questo ha in buona parte fallito. Gli elettori avevano visto in lei quella forza dalla spinta liberale che all'Italia è sempre mancata. Purtroppo per demeriti suoi ma anche per l'ostruzionismo dei partiti della coalizione il vento liberale di Forza Italia è diventato una leggera brezza a tratti impercettibile. Ora le occorre riprendere quel discorso e tornare ad essere coi fatti credibile. L'accordo per il 2006 coi Radicali (richiesto anche da parte Radicale, nella persona di Benedetto Della Vedova) potrebbe fare aumentare il peso della componente liberale interna alla coalizione, a tutto vantaggio di Berlusconi e della sua volontà riformatrice. Anche un atteggiamento più aperto verso i temi referendari potrebbe dare riscontri postivi in termini elettorali, soprattutto se a vincere sarano i "si". In ultimo direi che pure gli uomini di partito non danno una grande immagine a Forza Italia. Intorno a Berlusconi e alla sua capacità di fascinazione attraverso i media c'è il vuoto. Bondi e Cicchitto non sono assolutamente all'altezza, sia per impatto mediatico sia per spessore politico-intellettuale. Occorrono giovani in gamba e preparati e non fossili riesumati dal PSI e dalla DC. Gente come Daniele Capezzone e Marco Cappato (tutti e due poco più che trentenni) sono una rarità e una risorsa per il nostro panorama politico. Solo se il Cavaliere riuscirà a tirare fuori dal cilindro personaggi come loro (un qualsiasi quarantenne che valga anche solo la metà di un Capezzone) offrirà finalmente agli occhi degli italiani l'immagine di un partito nuovo, giovane, dinamico, brillante e di successo.