Piperno, il caso letterario che scatena le invidie
I suoi lettori infatti si dividono in due fazioni contrapposte, e agguerritissime: chi lo loda lo fa chiamandolo il nuovo Proust o il nuovo Philip Roth, già pronto ad emularne la passione feticistica per le calze delle donne amate - da rubare appena possibile - sciogliendosi in mugolii di piacere di fronte alla sua prosa. Chi lo odia lo fa con livore, definendolo un fenomeno pompato dal marketing e "dalla stampa che conta", squallido snob perché con la famiglia va in vacanza a Cortina e Positano, notando con una perizia da fare invidia a un navigato correttore di bozze che in 300 pagine Piperno scrive per ben "3 volte apotropaico", un delitto "sufficiente a garantirgli un posto tra i libri da dimenticare", ma che significa solo aver usato un termine colto tre volte in tutto il libro, che conta le 300 pagine citate più quattro.
Repubblica.it
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