venerdì, marzo 11, 2005

Chi ha paura di Luca Coscioni?

- articolo di Emma Bonino su Vanity Fair (11/3/2005)

Chi ha paura di Luca Coscioni? Questa è la domanda alla quale rispondere al termine della vicenda della richiesta di “ospitalità delle liste “radicali-Luca Coscioni” che abbiamo avanzato ai due “poli”, vista l’impraticabilità di una presenza elettorale autonoma. I lettori di Vanity Fair hanno già avuto modo di conoscere la storia di Luca. Ex-ricercatore universitario e maratoneta, è stato colpito anni fa dalla sclerosi laterale amiotrofica, una malattia che ha paralizzato il suo corpo, tranne una minima mobilità che gli consente di muovere il mouse di un computer e di parlare attraverso un sintetizzatore. Il suo coraggio ha consentito di trasformare un caso umano di malattia in “caso politico”, leader della lotta referendaria per abolire quella legge 40 sulla fecondazione assistita che proibisce la ricerca sulle cellule staminali embrionali. Da quella ricerca viene una speranza concreta per trovare un domani delle cure contro malattie come il cancro, il diabete, le malattie cardiovascolari, il morbo di Parkinson, l’Alzheimer, le sclerosi e tantissime altre. Luca Coscioni oggi è il Presidente di Radicali italiani, e l’associazione che porta il suo nome ha coinvolto un centinaio di Premi Nobel contro l’esportazione all’ONU del proibizionismo italo-vaticano e promuove la costituzione del Congresso mondiale per la libertà di ricerca scientifica. Era dunque naturale che le nostre liste, come fu con la “Lista Pannella” e la “Lista Bonino”, oggi prendessero il nome di Coscioni. Si trattava di “liste-manifesto” per la libertà e l’etica della ricerca, e per la libertà religiosa, con centinaia di scienziati e accademici illustri che avevano offerto la propria candidatura. La richiesta di ospitalità delle liste radicali ha ottenuto reazioni opposte nelle due coalizioni. Nella Casa delle libertà, Berlusconi era determinato a realizzare l’accordo. Proprio lui, il “padrone” della coalizione, è stato sbeffeggiato dai suoi “alleati”, che l’hanno fatta da padrone, impedendo ogni accordo. Nell’Unione invece, mentre quasi tutti i partiti della coalizione si esprimevano a favore dell’accordo, Prodi ha bloccato il dialogo per giorni, invocando l’adesione ad un programma che non c’era o intimandoci di non parlare con Berlusconi. Quando il tavolo si è riaperto, abbiamo scoperto che il problema era proprio quello del nome di Luca Coscioni, in quanto evocativo di quelle battaglie referendarie che appassionano la quasi totalità del popolo del centrosinistra. Perciò siamo stati costretti a rinunciare a un dignitoso ripiego di accordo in 5 regioni, reso possibile innanzitutto dai DS, per evitare il rischio che la campagna per le regionali divenisse una distrazione dalla sfida decisiva sui referendum. La nostra priorità è ora quella di battere quelle forze che vorrebbero riportare indietro l’Italia di trentacinque anni, annullando le vittorie laiche, moderne ed europee della legalizzazione del divorzio e dell’aborto. Approfitto della vostra “ospitalità” per chiedere ai lettori - in particolari ai cattolici che non chiedono allo Stato di trasformare in reato ciò che il Vaticano ritiene sia peccato - di contattarci e di darci una mano, scrivendo a info@associazionecoscioni.org.