venerdì, febbraio 18, 2005

I diritti fondamentali / 2.

Domanda: di Filippo (2/17/05 9:33:13 PM)
"Caro Marco,
scusa se ti pongo una questione che esula un poco dall' attualità (rappresentata dalle elezioni regionali). Sabato scorso ero a Bologna al congresso di Anticlericali.net e ho ascoltato con molto interesse la relazione di Angiolo Bandinelli. Ha toccato una questione importante: il relativismo. Adesso è molto in voga lo sbeffeggio dei relativisti (penso a Il Foglio, alle dichiarazioni del presidente Pera, ecc.). Allora mi sono chiesto: Bandinelli difende il relativismo, perchè? Si contesta ai relativisti il fatto che non possono dare giudizi di valore (cioè dire "questo è meglio di quello). Pera, nel suo libro ("Senza radici"), dice che i relativisti non possono affermare che la democrazia è meglio della teocrazia, che una costituzione è meglio della sharia (per i relativisti tutte le posizioni sarebbero uguali). Ma i radicali sono relativisti e nello stesso tempo si dichiarano a favore della democrazia e cercano di promuovere la democrazia nel mondo. Cosa c'è che non va? Anche i radicali danno un giudizio di valore? dicono che la democrazia è meglio di tutte le altre forme di governo... allora non sono relativisti? Io la penso un po' alla maniera di Locke e dei giusnaturalisti, cioè che esistono dei diritti naturali dell'uomo: diritto alla vita, alla libertà e alla proprietà. Sono diritti universali e naturali che riguardano tutti gli uomini. La democrazia è un diritto naturale perchè tutela la libertà. In questo caso non si da un giudizio di valore (soggettivo) ma si da un giudizio oggettivo. Dire che i diritti dell'uomo sono valori non universali ma occidentali (in quanto tutelati dalle democrazie liberali occidentali) vorrebbe dire imporre verso altre culture una cultura occidentale perchè migliore. In questo caso però manca il fondamento: su quali basi si dice che è migliore? Su un giudizio a mio parere puramente soggettivo. Tu che ne pensi?
Ciao e grazie
Filippo"

Risposta di Marco Cappato:

Più che "diritto naturale" mi convince la versione di diritti che sono il risultato dell'evoluzione dell'umanità, e che acquistano carattere "universale", cioè rivendicabili da ogni uomo, in quanto "diritti storicamente acquisiti". In altre parole, se la tortura era una violenza anche nell'antichità, non sarebbe stato realistico proporre allora il diritto a non essere torturato come "diritto universale", mentre oggi ha senso farlo, e lo facciamo, in quanto esito di una evoluzione storica.
Non ho potuto seguire la relazione di Bandinelli, ma credo che dipenda molto dal significato che diamo alla parola relativismo. Il limite tra ciò che è accettabile e ciò che non lo è rimane quello della violenza sull'altro. In altre parole, Pera è un intollerante quando dice che in Europa anche i laici DEVONO dirsi cristiani, imbracciando la bandiera dell'egemonia culturale cristiana in Europa per fare argine al fanatismo islamico. Al tempo stesso dobbiamo opporci ad ogni relativismo che si spinga fino ad accettare la legge del taglione o cose simili.