I diritti fondamentali / 1.
La questione mi interessa e in questi giorni mi son documentato. I diritti fondamentali vengono sanciti nel XVII° secolo dalla dottrina giusnaturalista, lo stesso Locke afferma che esistono dei diritti naturali dell'uomo: il diritto alla vita, alla libertà, alla proprietà. Nel secolo seguente, il XVIII°, questi diritti fondamentali vengono affermati dalle rivoluzioni: quella francese e quella americana. Nelle costituzioni di questi paesi vennero dichiarati questi diritti inalienabili dell'uomo: la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino in Francia e il Bill of rights in America del Nord. Queste enunciazioni si rifanno allo spirito giusnaturalista ed illuminista del periodo. Nel XX° secolo tante costituzioni hanno messo al loro interno l'inviolabilità dei diritti umani, con diciture diverse e senza elencare quali sono questi diritti. Queste costituzioni, ad esempio quella italiana, muovono però da una concezione diversa, muovono infatti dal positivismo giuridico. Il giusnaturalismo afferma che questi diritti fondamentali sono naturali ed universali, coiè appartengono a tutti gli uomini, e vengono prima di ogni legge formulata da un Stato. Il positivismo giuridico invece afferma che tali diritti fanno parte del diritto positivo che uno Stato crea e quindi sono in un certo senso arbitrari e non universali. Se quindi i giusnaturalisti dicono che queste diritti non vanno violati è perchè violandoli si andrebbe contro la natura dell'uomo, i positivisti affermano che tali diritti non hanno come fondamento l'essere effettivamente naturali ed universali ma sono una costruzione dell'uomo e sono giustificabili con l'auspicabilità e il consenso (cioè come dire che la maggior parte delle persone gradirebbe che venissero rispettati e tutelati). Ovvio che nel primo caso il fondamento sarebbe dunque oggettivo, nel secondo soggettivo. Nel primo caso si potrebbe dire che sono valori universali, nel secondo che sono valori occidentali. Quindi, per promuoverli anche verso gli altri, nel primo caso non occorrerebbero giustificazioni, nel secondo invece occorrerebbe dire che questi valori sono migliori, occorrerebbe dunque dare una giustificazione di valore, dire "i valori occidentali, che si basano sul rispetto dei diritti dell'uomo, sono migliori di quelli di altre culture". Lo stesso Blair ultimamente ha dichiarato che bisogna promuovere la libertà nel mondo in quanto valore universale, in questo caso siamo dalle parti di Locke, dell'illuminismo e del giusnaturalismo. Volere invece imporre i valori dell'occidente in quanto migliori (come dicono gli anti-relativisti) invece è una prevaricazione, perchè da un giudizio soggettivo, con pretese tra l'altro di oggettività (questo è meglio di quello), si ha la pretesa di imporre ad altre culture quella occidentale perchè migliore (ma qual'è il fondamento di questa valutazione? Il fondamento è puramente soggettivo).
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