PER UNA CONVENTION LIBERTARIA!!!
Da sinistra a destra, estremi compresi, non c’è un’idea politica che meriti il nostro plauso. Quelli del partito liberale di massa – che illusione… – si sono miseramente trasformati nella Casa dello statalismo. C’era una volta anche la Lega Nord, ricordate, fortino liberista ed anticentralista. Basta Roma basta tasse è lo slogan che li ha caricati di voti. Purtroppo è naufragata sulle suadenti rive di Piazza Montecitorio. Alleanza Nazionale è peggio della peggiore Dc e ha sposato il più bieco clientelismo, democratico beninteso. Di tanto in tanto, è paradossale, qualcosa di liberale lo pronunciano i riformisti diessini. Ma chi si fida?
La politica è un’arte infame, l’arte del possibile ha scritto qualcuno. I libertari la frequentano poco, a ragion veduta, e non hanno grandi considerazioni dei loro “epigoni”. Ma con la politica abbiamo a che fare ogni giorno. Non foss’altro come lobbie di pensiero. Siamo, ad esempio, costretti a ricordare a questo o a quel legislatore che sarebbe meglio ci desse un taglio con le sue smanie di ordinare la nostra esistenza, di pensare al nostro bene! Ma basta? E’ sufficiente?
La risposta è no. La battaglia è ad armi impari. Noi grintosi, pieni di buone idee e pensatori straordinari, volonterosi, con la faretra piena zeppa di frecce ma con l’archetto di cupido tra le mani. Loro con tutto l’armamentario bellico dello Stato e del parastato a disposizione.
Più di una volta, mi è stata posta questa domanda: “E se fosse giunto il momento di provare a lanciare il movimento libertario”?
Ho sempre glissato in merito alla questione. Sarà perché ho frequentato la politica ed i suoi protagonisti a lungo. E’ un mondo con delle regole che nessun libertario vero riuscirebbe a digerire. Non è l’arte della mediazione, ma del più bieco compromesso. E chi di voi sarebbe disposto a barattare i principi della libertà per una prebenda? Di più: i politici non si fanno eleggere per mandare a carte quarant’otto il giocattolo che li mantiene alla grande, ovvero lo Stato. Anzi, ne incrementano quasi sempre le sue prerogative, lo adulano. Trasformano quella finzione che è in una specie di divinità, di benefattore dell’umanità.
Ciononostante, al libertarismo serve – come si usa dire – ingranare un’altra marcia. Tanto di cappello a chi fino ad oggi ha messo a disposizione il suo sapere nelle università, a chi ha messo in piedi fondazioni, case editrici, siti internet, associazioni varie ed altro ancora. Dieci anni fa, sì solo dieci anni fa, c’era poco o nulla. Oggi, grazie a chi si è fatto un mazzo tanto, c’è un gruppo allargato di persone (diverse centinaia) che si riconoscono negli insegnamenti di Rothbard, di Leoni, di Bastiat. Val la pena provare a contarci? Val la pena tentare di organizzare una vera convention nella quale lanciare delle proposte, consolidare un’organizzazione, inseguire delle priorità?
Un po’ mi sto convincendo. E per questo propongo dalle pagine di questa rivista un invito a partecipare alla prima assemblea generale del “Movimento libertario”. La data potrebbe essere il 24 settembre prossimo, sabato. Il luogo Treviglio, la città che dieci anni fa diede i natali alla LFE, facilmente raggiungibile in auto oppure in treno. Sul programma del meeting vi terrò informato con ogni mezzo. Prima, però, ho bisogno che mi facciate sapere se vale la pena impegnarsi per dar vita ad un evento tanto impegnativo. Quindi, lancio questa “sfida”: se entro il 30 aprile mi giungeranno 150 conferme di partecipazione, la prima “convention libertaria” avrà certamente luogo. Viceversa rimetto il mio cattivo pensiero nel cassetto.
Sapete come contattarmi. Su Enclave ci sono tutti i recapiti del sottoscritto. Attendo vostre notizie. E se non glisserete l’invito, sarà un evento che lascerà il segno.
La politica è un’arte infame, l’arte del possibile ha scritto qualcuno. I libertari la frequentano poco, a ragion veduta, e non hanno grandi considerazioni dei loro “epigoni”. Ma con la politica abbiamo a che fare ogni giorno. Non foss’altro come lobbie di pensiero. Siamo, ad esempio, costretti a ricordare a questo o a quel legislatore che sarebbe meglio ci desse un taglio con le sue smanie di ordinare la nostra esistenza, di pensare al nostro bene! Ma basta? E’ sufficiente?
La risposta è no. La battaglia è ad armi impari. Noi grintosi, pieni di buone idee e pensatori straordinari, volonterosi, con la faretra piena zeppa di frecce ma con l’archetto di cupido tra le mani. Loro con tutto l’armamentario bellico dello Stato e del parastato a disposizione.
Più di una volta, mi è stata posta questa domanda: “E se fosse giunto il momento di provare a lanciare il movimento libertario”?
Ho sempre glissato in merito alla questione. Sarà perché ho frequentato la politica ed i suoi protagonisti a lungo. E’ un mondo con delle regole che nessun libertario vero riuscirebbe a digerire. Non è l’arte della mediazione, ma del più bieco compromesso. E chi di voi sarebbe disposto a barattare i principi della libertà per una prebenda? Di più: i politici non si fanno eleggere per mandare a carte quarant’otto il giocattolo che li mantiene alla grande, ovvero lo Stato. Anzi, ne incrementano quasi sempre le sue prerogative, lo adulano. Trasformano quella finzione che è in una specie di divinità, di benefattore dell’umanità.
Ciononostante, al libertarismo serve – come si usa dire – ingranare un’altra marcia. Tanto di cappello a chi fino ad oggi ha messo a disposizione il suo sapere nelle università, a chi ha messo in piedi fondazioni, case editrici, siti internet, associazioni varie ed altro ancora. Dieci anni fa, sì solo dieci anni fa, c’era poco o nulla. Oggi, grazie a chi si è fatto un mazzo tanto, c’è un gruppo allargato di persone (diverse centinaia) che si riconoscono negli insegnamenti di Rothbard, di Leoni, di Bastiat. Val la pena provare a contarci? Val la pena tentare di organizzare una vera convention nella quale lanciare delle proposte, consolidare un’organizzazione, inseguire delle priorità?
Un po’ mi sto convincendo. E per questo propongo dalle pagine di questa rivista un invito a partecipare alla prima assemblea generale del “Movimento libertario”. La data potrebbe essere il 24 settembre prossimo, sabato. Il luogo Treviglio, la città che dieci anni fa diede i natali alla LFE, facilmente raggiungibile in auto oppure in treno. Sul programma del meeting vi terrò informato con ogni mezzo. Prima, però, ho bisogno che mi facciate sapere se vale la pena impegnarsi per dar vita ad un evento tanto impegnativo. Quindi, lancio questa “sfida”: se entro il 30 aprile mi giungeranno 150 conferme di partecipazione, la prima “convention libertaria” avrà certamente luogo. Viceversa rimetto il mio cattivo pensiero nel cassetto.
Sapete come contattarmi. Su Enclave ci sono tutti i recapiti del sottoscritto. Attendo vostre notizie. E se non glisserete l’invito, sarà un evento che lascerà il segno.
Leonardo Facco sul numero 27 di Enclave - rivista libertaria
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