lunedì, gennaio 24, 2005

Vivere in una tirannia / 4

MYANMAR - Zaw, un futuro diverso parlando di pallone. Condannato a morte dalla giunta militare birmana perché dirigeva un giornale coraggioso. Un giornale sportivo. Zaw Thet Htwe, 39 anni, del settimanale First Eleven (I Primi Undici), tifoso di calcio e di verità. Anche i Paesi sotto dittatura amano il pallone. Anche il Myanmar che vanta il numero più alto di bambini soldato al mondo (90 mila). Zaw sogna un Paese dove i pulcini non debbano esordire sul campo di battaglia. Un' inchiesta su fondi internazionali devoluti al football (e intascati dalla giunta) condanna Zaw nel 2003. Accusato di complotto contro lo Stato. Una farsa. In galera Zaw è torturato. Il 5 gennaio 2005 è liberato «per buona condotta». Una mezza buona notizia. Perché mezza? Perché è difficile che Zaw torni «a giocare» con la morte. Avere paura a vita, spesso, è la più efficace delle condanne.